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Attualità di Gabriel Tarde: sociologia, psicologia, filosofia

Autore


Maria Teresa Speranza

Università degli Studi di Napoli Federico II

Indice



Giornata di studi in onore di Gabriel Tarde
Biblioteca di Area Umanistica dell’Università Federico II di Napoli
14 Ottobre 2015

 

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S&F_n. 14_2015

Abstract



The conference has brought to light the relevance of Gabriel Tarde, sociologist, psychologist and philosopher, considered one of the founders of criminology. His work, long neglected by the academic debate, is fundamental to understanding social dynamics and the forces that govern human action. Invention, imitation, belief and desire: these are the basic categories of Tarde’s thought, which enable us to appreciate his modernity, his sensitivity to the phenomenon of social deviance, his confidence in the human will, the true cause which conducts the process of historical change.


Oscurate dalla celebrità di Durkheim e Freud, neglette per molti anni dal dibattito accademico, la sociologia e la psicologia di Gabriel Tarde (1843-1904) costituiscono un affascinante orizzonte di ricerca, di cui il convegno ha messo in luce la sorprendente attualità. Pochi conoscono questo autore, magistrato di professione e filosofo inconsapevole, profondamente animato dal desiderio di comprendere l’essere umano, le leggi che ne disciplinano le azioni e le relazioni con i suoi simili, le dinamiche del suo comportamento sociale e il processo di formazione della sua individualità. Il convegno, organizzato dal Prof. Felice Ciro Papparo dell’Università Federico II di Napoli, che costituisce la prima giornata nazionale di studi su Tarde, ha raccolto significativi interventi di un gruppo di ricercatori che hanno analizzato il pensiero di Tarde mettendo in rilievo la sua complessa concezione della soggettività, declinandola e modulandola sia nelle sue forme individuali e singolari, sia nella sua originaria e imprescindibile dimensione collettiva, da cui emerge un Io il cui principium individuationis consiste nell’agire sociale, ossia nel suo essere socialmente strutturato sin dal suo primo apparire nel mondo.

Da magistrato, Tarde condusse numerose ricerche volte a comprendere le motivazioni che spingono le persone a delinquere, tanto che egli viene annoverato, insieme a Lombroso, tra i fondatori della criminologia. Il suo interesse per i fenomeni della devianza sociale è però ricompreso all’interno di uno spazio speculativo ben più ampio: psicologia, sociologia e filosofia sono solo i più rilevanti campi di interesse di un percorso multidisciplinare ricco, complesso e articolato. Egli cercò di far comunicare diversi domini del sapere, dalla politica alla biologia, dalla fisica alla filosofia morale. Estraneo per gran parte della sua vita al mondo accademico, si concentrò su una pluralità di tematiche che tra loro dialogano e si intrecciano, fino a esplodere in una vastissima produzione letteraria che però non comincia prima degli anni della maturità. La poderosa opera di Tarde venne presto dimenticata e per molto tempo considerata solo come un passato a cui rendere onore, non con cui confrontarsi e dialogare, costruendo uno spazio critico foriero di nuovi spunti di riflessione e campi di indagine.

Già alle soglie della Grande guerra, Tarde scomparve dal dibattito culturale, egemonizzato da Freud per la psicologia, da Durkheim per la sociologia. L’autore fu riscoperto soltanto alla fine degli anni Sessanta, caratterizzato dal fiorire di un forte interesse nei confronti delle dinamiche comunicative, dove grade spazio è dato alle singolarità individuali. Cominciò così a emergere l’attualità del pensiero di Tarde: egli è stato, infatti, uno dei primi teorici della moda, intesa come fenomeno di irraggiamento e contagio imitativo. Ne Les lois de l'imitation (1890), infatti, l’autore sostiene che il corso della vita sociale è regolato dall'invenzione e dall'imitazione, principi elementari su cui l’umanità è incardinata e su cui ruotano le forze, i sentimenti, le credenze e i desideri individuali e collettivi. Il fenomeno sociale elementare è la suggestione, la quale muove dagli inventori, personalità geniali, leader e capi, alle moltitudini, imitatrici e ripetitrici di credenze e desideri che nel processo di imitazione curvano e particolarizzano le forze sociali in atto declinandole in base alle differenze individuali. Dal concorso di invenzione e imitazione sorgono le forme sociali, all’interno delle quali si dà una differenziazione data dal processo di formazione della personalità, che intercetta i costumi sociali per poi collocarvisi in modo originale, dando vita alla novità nella ripetizione, alla differenza nell’imitazione, all’individualità nella società. Interessanti sono di Tarde anche i suoi studi sulla psicologia economica, dove il desiderio viene considerato come un elemento fondamentale nella produzione industriale e nelle strategie di marketing: il desiderio, infatti, investe la merce che deve essere venduta, la quale non è più solo un bene di consumo, ma un oggetto che veicola il bisogno di appartenenza dell’individuo alla comunità.

Deleuze, in Différence et répétition (1968), colse l’originalità dell’indagine sociale di Tarde, in base alla quale coniò termine microsociologia:

Sarebbe assolutamente falso ridurre la sociologia di Tarde a uno psicologismo o persino a un’interpsicologia. Tarde rimprovera a Durkheim proprio di porre come dato ciò che va spiegato, “la somiglianza di milioni di uomini”. All’alternativa: dati impersonali o Idee di grandi uomini – egli sostituisce le piccole idee dei piccoli uomini, le piccole invenzioni e le interferenze tra queste correnti imitative. Tarde instaura così la microsociologia […][1].

 

La società è fatta da movimenti molecolari, microscopici, che si combinano e ricombinano tra loro creando i fenomeni di massa. Attraverso l’accumulo di piccole azioni elementari Tarde spiega le similitudini collettive, la sua metodologia di indagine giunge alla comprensione di fenomeni sociali macroscopici attraverso il brulicare di piccole differenze individuali. A una rappresentazione olistica del fenomeno sociale, che lo sintetizza all’interno di un’immagine globale, (metodologia ascrivibile all’idealismo, che sussume i fenomeni particolari entro il processo di autocomprensione dello Spirito), Tarde sostituisce uno sguardo analitico, che coglie l’agire molecolare degli uomini, un universo ricco e differenziato caratterizzato dall’incessante combinazione di volontà particolari, che concorrono alla formazione del fenomeno sociale.

Questo continuo combinarsi e ricombinarsi di credenze e desideri in un vortice imitativo e ripetitivo, generatore di livelli plurimi di essere e di differenze individuali, viene rappresentato da Tarde come un sogno o uno stato ipnotico. Per Tarde

lo stato sociale, come lo stato ipnotico, non è che una forma del sogno, un sogno su comando e un sogno in azione. Non avere che idee suggerite e crederle spontanee: tale è l’illusione propria del sonnambulo, così come dell’uomo sociale[2].

 

Lo stato sociale, come espressione del proprio esser sogno, chiama in causa categorie fondamentali del pensiero di Tarde: credenza e desiderio. Esse sono forze misurabili, innate e costitutive del soggetto, suscettibili di un’analisi quantitativa. Credenza e desiderio sono le sole grandezze interiori soggette a variazioni continue che però non le snaturano; esse mantengono la loro identità sostanziale pur variando il loro grado di intensità. Credenza e desiderio generano molteplici combinazioni, di cui le convinzioni, i comportamenti, le direzioni intraprese dagli individui riuniti in gruppi sono il risultato. Ogni società per Tarde ha un capitale attivabile, un potenziale psicologico propulsore di azioni, formato da credenza e desiderio, e dal modo in cui queste due forze si combineranno dipenderà l’armonia o il conflitto nella società.

Per studiarle, il sociologo deve ricorrere a due scienze: la logica sociale, che ha per oggetto le combinazioni di credenze, e la teleologia sociale, che ha per oggetto le correnti di desideri. Credenza e desiderio, attraverso la dinamica imitativa, si trasmettono da un individuo a un altro senza consumarsi, senza disperdersi. Nelle relazioni sociali e intrapsichiche il grado di contagiosità che esercitano la credenza, la fede, il desiderio e la volontà non ha eguali. Per Tarde credenza e desiderio non sono il risultato dell’organizzazione dell’attività intellettuale o dell’azione, ne sono piuttosto la base, le forze costruttive. È dal combinarsi di credenza e desiderio che si formano i giudizi e gli atti volontari.

Il processo imitativo, che consiste nell’operare di alcune credenze e desideri su altre credenze e desideri, provoca un loro cambiamento di gradiente sia all’interno del singolo sia nel campo sociale. Il contagio imitativo, questa forza di suggestione sonnambolica, agisce come un moltiplicatore delle energie di credenza e desiderio, concentrandone una certa quantità su una stessa idea da sostenere o uno stesso oggetto da desiderare. In base al processo imitativo di credenza e desiderio, l’individuo per Tarde non è mai astraibile dalla società, egli nasce e si sviluppa sempre all’interno di una rete di rapporti sociali, per cui l’individuo è già da sempre sociale.

Rispetto a Leibniz, la monadologia di Tarde inserisce un'unica, ma decisiva variazione: le monadi non vanno concepite come entità chiuse e prive di finestre, ma come monadi aperte che si compenetrano tra loro, invece di essere esterne l'una all'altra. La monade di Tarde – ogni singola monade – è un progetto, una molteplicità, un rapporto tra rapporti; nondimeno, la monade è differente da ogni altra monade: la differenza è l'aspetto sostanziale delle monadi, la loro caratteristica più comune. Per Tarde «esistere significa differire»[3]. La monade è già pregna di un universo differenziato, ossia una pluralità di sogni concorrenti tra cui si svolge la battaglia per la vita, annientatrice dei meno adatti. La lotta per la sopravvivenza non sarebbe possibile senza lo scontro tra individui tra loro differenti, è la variabilità il suo presupposto fondamentale. Sono i sogni concorrenti, i diversi programmi desideranti, costituitisi in base al rapporto imitativo con l’altro, a reggere le sorti dell’universo intersoggettivo.

La credenza e il desiderio sono sempre frammiste alle sensazioni, perché sono responsabili della loro formazione e del loro raggruppamento. Credenza, desiderio e sensazione costituiscono il nucleo di ogni fenomeno della psiche, ma non hanno una valenza solo psichica, poiché sono forze cosmiche che compenetrano l’intero universo. L’universo è animato da forze psichiche, non solo da forze fisiche e materia bruta. Anche la materia è spirituale. I rapporti intermonadici si costituiscono attraverso una gerarchia basata sulla potenza con cui ognuna delle monadi cerca di soggiogare le proprie rivali, imponendo perciò le proprie credenze e i propri desideri. Dal punto di vista della sociologia positiva, l’individualità per Tarde è costituita dalla somma delle credenze e dei desideri che si costituiscono nel tempo. Queste forze, però, non sono una prerogativa dell’essere umano, pensato come un’eccezione e una discontinuità all’interno dell’universo, esse hanno una portata cosmologica perché ogni monade, ossia ogni punto vivente del cosmo, è già spirito, sostanza animata, credente e desiderante.

La soggettività per Tarde è sempre dinamica, sempre in fieri, essa è attraversata continuamente da flussi di credenza e desiderio. Vi sono correnti anonime di credenza e desiderio che si attualizzano nelle persone, flussi scanditi da quanta che si creano, si esauriscono, si trasformano, si aggiungono, si sottraggono, si combinano. I processi di individualizzazione sono per Tarde i modi e le forme attraverso cui vengono modificate e implementate nuove correnti di desideri e credenze, che si aggiungono e si ricombinano al possesso spirituale dell’io. Ne Le leggi dell’imitazione Tarde concepisce l’individualizzazione come un doppio processo di duelli e combinazioni, un processo di ordine logico se riguarda le credenze, di ordine teleologico se riguarda i desideri. Le credenze possono essere sommate solo quando sono logicamente compatibili, così come si danno combinazioni teleologiche solo quando i desideri si dirigono verso gli stessi fini. 

L’individualizzazione si sviluppa attraverso il rapporto di imitazione che l’individuo intrattiene con il gruppo sociale, perché i desideri e le credenze dell’individuo sono sempre credenze e desideri di un altro. L’individuo non è una monade chiusa e autosussistente ma intrattiene un rapporto di imitazione con altre monadi. Non vi è un’unica via alla conquista dell’identità, vi sono piuttosto percorsi molteplici e plurali. Lo sviluppo dell’Io viene arricchito dai rapporti umani, dall’incontro e dalla comunicazione con altri individui, diretti o mediati che siano, che fanno sì che l’individuo attraverso i mezzi di comunicazione entri a far parte di cerchie sociali sempre più ampie. L’individuo, infatti, in epoca moderna diventa parte di gruppi non più solo riconducibili al suo nucleo familiare, con la sua entrata in nuove cerchie sociali si realizzano, infatti, sempre nuove modalità di formazione delle soggettività.

Dopo aver analizzato il processo di individualizzazione nell’opera di Tarde, il convegno si concentra sul tema della collettività, che ha un ruolo fondamentale nella sua produzione scientifica. Egli, introducendo il concetto di “spirito di gruppo” e di “pubblico”, declina l’indagine criminologica su una prospettiva microsociologica. Tarde compie il passaggio dalla folla al pubblico e all’opinione pubblica, ossia alla società. La collettività è per Tarde tenuta insieme da diversi rapporti e legami che la strutturano in modalità differenti: come folla, pubblico e società. La folla per Tarde non è solo il luogo in cui il livello di moralità e di autocoscienza dell’individuo si abbassa fino a manifestazioni violente e criminali, essa stessa è oggetto di inganno, suggestione e manipolazione da parte di un ideatore-leader. I meccanismi di suggestione e imitazione si propagano per scoperta e rispecchiamento, da individuo a individuo, da uno a uno, e questo processo si struttura in base alle gerarchie socio-economiche, ossia in base ai rapporti di forza tra gli individui. Nel loro ripetersi e moltiplicarsi da individuo a individuo le idee e le emozioni si differenziano e si intrecciano tra loro, si curvano in base alle particolarità individuali e si intersecano rispecchiando la modalità e la qualità delle relazioni intersoggettive.

Per Tarde, come per Le Bon e per Freud, nella folla, nel pubblico e nella società il legame sociale si origina sempre dall’iniziativa di un singolo soggetto. L’iniziativa individuale del meneur nella folla, del giornalista nel pubblico e del politico nella società è sempre oggetto di imitazione. Su questo, le prospettive dei tre autori convergono. La folla è una forma di associazione elementare, essa, come la famiglia, è caratterizzata da un legame unilaterale tra il capo e il gruppo sociale. La società è un prodotto della folla, che per Tarde non ha un’anima collettiva come per Le Bon. La folla non è originariamente delinquente o intelligente. Essa sogna ed è essa stessa un sogno. La folla è una moltitudine di sonnambuli, che obbedisce ai comandi di un meneur, si tratta di un legame magnetico, un’attrazione tra due opposti campi di forza.

Il dibattito su Tarde ha, dunque, illuminato molteplici percorsi di indagine filosofica, che convergono tutti su tematiche attuali. Innanzitutto, leggendo l’opera di Tarde abbiamo occasione di riflettere su cosa sia e su come si costituisca una società, tema decisivo non solo per la sociologia ma anche per filosofia politica. Tarde mostra una costituzione del sociale che viene prima di ogni contratto, perché prima di ogni decisione e di ogni individualità consapevole e razionalmente strutturata, c’è un’imitazione, un contagio, qualcosa di cui non si è consapevoli, che passa attraverso il corpo e l’agire. La società si costituisce prima del contratto sociale, il quale interviene a siglare solo alcuni aspetti parziali dell’agire sociale, proprio per questo ogni contratto può sempre essere messo in discussione. La discussione e la ridefinizione del contratto sociale non implica necessariamente disordine e anarchia, poiché per Tarde, che aveva vissuto l’esperienza della Comune di Parigi del 1870, la società in qualche modo resiste alla deflagrazione, trovando sempre il modo per riassestarsi e conservare il suo interno equilibrio. Un altro campo di ricerca su cui si potrebbe ragionare consiste nel tema della comunicazione: Tarde studia concetti di pubblico e conversazione, dinamiche che richiamano il funzionamento dei mezzi di comunicazione di massa, delle community virtuali, dei social network. Anche il tema della guerra richiama la forte attualità di Tarde: egli morì nel 1904 ma intuì la guerra mondiale e ne presagì anche la sua sublimazione nelle forme della discussione e della concorrenza economica.

Il convegno ha avuto, dunque, il merito di aver rivelato la grande attualità di questo pensatore, di cui possiamo apprezzare, come sosteneva Bergson, che gli successe alla direzione del Collège international de philosophie, le vedute originali e brillanti, il pensiero penetrante e l’immaginazione ardita, la sua fiducia nel singolo e nelle volontà individuali, che costituiscono per Tarde le vere forze motrici della trasformazione storica.

 


[1] G. Deleuze, Differenza e ripetizione, tr. it. Raffaello Cortina Editore, Milano 1997, pp. 103-104.

[2] G. Tarde, Le leggi dell’imitazione, tr. it. Rosemberg&Sellier, Torino 2012, p. 120.

[3] G. Tarde, Credenza e desiderio. Monadologia e sociologia (1893), a cura di S. Prinzi, tr. it. Cronopio, Napoli 2012, p. 72-73.

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