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Luca Colucci D’Amato – Umberto di Porzio – Introduzione alla neurobiologia. Meccanismi di sviluppo, funzione e malattia del sistema nervoso centrale [Springer, Milano 2011, pp. 208, € 34.95]


Numerosi lavori scientifici che ruotano attorno a quella nuova disciplina che è stata battezzata ‘neuroetica’ sono espressamente dedicati al problema della comunicazione e divulgazione delle scoperte delle neuroscienze e delle possibilità aperte dalle tecnologie di functional neuroimaging, che consentono di osservare, in maniera non invasiva, ma con straordinaria precisione, l’attività metabolica di porzioni anche ridottissime del nostro sistema nervoso centrale e quindi di attribuire a ognuna o a gruppi di esse una o più specifiche funzioni.

Il fatto che per la prima volta gli uomini possano osservare e anche mettere le mani in quei processi fisico-chimici che sono all’origine del pensiero stesso ha creato non poche aspettative, complice l’inevitabile semplificazione giornalistica, e ancora più ha generato ipotesi sugli sviluppi futuri di queste tecnologie, più o meno scientificamente fondate.

Siamo in grado, ad esempio, di vedere che le aree del cervello che si attivano in un determinato individuo quando gli viene chiesto di pensare a “ombrello” sono differenti da quelle che si attivano quando si rappresenta mentalmente una “macchina da cucire” e quindi possiamo sapere di volta in volta a quale di queste due cose egli sta pensando. Ma questo significa che dovremo presto temere che qualcuno ci legga la mente a nostra insaputa? O addirittura che sia possibile indurci a pensare a una cosa piuttosto che a un’altra e quindi ad agire in un determinato modo contro la nostra volontà? Ancora, per far riferimento a tematiche classiche della bioetica, il fatto di poter registrare l’attività neurale di feti o di persone in stato vegetativo permanente o con danni irreversibili alla neocorteccia implica che questi abbiamo effettivamente una “consapevolezza” o una “vita mentale”?

Evidentemente gli studi neuroscientifici possono essere utilizzati strumentalmente per sostenere posizioni non più scientifiche, ma etico-politiche, anche assai differenti tra loro.

Ebbene questa Introduzione alla neurobiologia di Luca Colucci D’Amato e Umberto di Porzio non parla affatto di tutto ciò, ma la sua lettura fornisce gli elementi per tentare, almeno, di distinguere la scienza dal sensazionalismo e dalla propaganda politica.

Gli autori propongono la loro fatica come strumento utile agli studenti di medicina per avere uno sguardo d’insieme su una materia che ha una natura interdisciplinare e le cui nozioni di base vengono spesso acquisite in vari corsi, da psichiatria a radiologia, da fisiologia a farmacologia. Ma la lettura di questo agile volume sarebbe una utile premessa anche alla semplice fruizione di quotidiani e telegiornali.

Innanzitutto la straordinaria complessità del cervello è spiegata senza enfasi come il risultato di un processo evolutivo che ha portato non all’emergenza «di nuovi o migliori segnali di neurotrasmissione o di loro recettori ed effettori, ma piuttosto da nuove e più raffinate utilizzazioni di quegli stessi “mattoni” presenti anche in vari altri organi» (p. 1). Così il sistema nervoso viene presentato attraverso le caratteristiche anatomo-funzionali che sì, lo distinguono da molti altri organi e sistemi, ma che nello stesso tempo lo accomunano al sistema endocrino e a quello immunitario, ad esempio nella funzione di presiedere al controllo ed alla regolazione in maniera assai raffinata di più funzioni dell’organismo.

In secondo luogo, una sintetica premessa storica fa scoprire al lettore che «la chiave delle neuroscienze moderne risiede nel principio che sia le funzioni nervose semplici, come quella di un verme che si muove verso una fonte di cibo, sia quelle complesse, quali l’elaborazione articolata del pensiero e dell’ideazione nei primati superiori (l’uomo), siano la conseguenza dell’attività di specifici componenti molecolari all’interno delle unità cellulari del sistema nervoso, le cellule nervose o neuroni e le loro interazioni» (p. 5).

A partire da questi presupposti gli autori spiegano in maniera non semplice – la semplicità nella divulgazione scientifica non sempre è un valore – bensì chiara ed esaustiva, come il sistema nervoso si sviluppa, cresce, si struttura e si ammala, offrendo però al lettore una serie di rimandi e strumenti che consentiranno a tutti di concludere la lettura con piacere e profitto. Non mancano difatti un accurato glossario, numerosi rimandi a siti Internet, a letture e persino a film, numerose immagini e schemi e soprattutto dei riquadri che contengono ulteriori approfondimenti sui temi trattati.

Ma cosa straordinaria di questo piccolo volume – anche e soprattutto per chi, come chi scrive, non ha una formazione medico-scientifica – è che procedendo nella lettura i complessi nomi di parti anatomiche e sostanze chimiche a un certo punto cessano di essere estranei e misteriosi, e iniziano a parlare al lettore. Così chi ha una formazione che lo ha lasciato all’oscuro di tematiche considerate, evidentemente a torto, di esclusiva pertinenza dei medici e dei ricercatori in campo biologico, si trova a pensare a quante volte ha affermato, o sentito affermare, che “noi siamo la nostra memoria”, senza però avere idea di come funzioni effettivamente la memoria, cioè cosa cambia nel cervello quando impariamo o ricordiamo; o a quando ha partecipato a discussioni sulla preferenza da accordare a psicologi o psichiatri, sugli psicofarmaci, le droghe d’abuso e la dipendenza, o magari sulle cellule staminali, senza sapere a che cosa si stesse effettivamente facendo riferimento.

Per non parlare del fatto che le malattie neurodegenerative, a causa all’allungamento della vita media, sono ormai tanto diffuse che è impossibile non venirne a contatto nel proprio ambiente affettivo e familiare, e che quindi sarebbe il caso di capire cosa accade nei vuoti di memoria o nelle notti agitate degli anziani che ci stanno a cuore, invece di restare stupiti e impreparati di fronte a una forma di sofferenza che pure, ancora una volta, ci parla di ciò che effettivamente tutti noi siamo.

Aldo Trucchio

S&F_n. 5_2011

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