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Angela Balzano, Elisa Bosisio, Ilaria Santoemma (a cura di) – Conchiglie, pinguini, staminali. Verso futuri transpecie [DeriveApprodi, Roma 2022]

La storia, anche quella biologica, è stata scritta e raccontata dai dominatori; da qui deriva l’urgenza di narrare discorsi sulla vita a partire da condizioni di marginalità per improvvisare contro-manovre e resistenze. Questa antologia, Conchiglie, pinguini, staminali, si configura come una cartografia transfemminista in cui il “com-pensare”, come modalità relazionale del pensiero, è messo alla prova nel tentativo di smantellare teorie e prassi nelle quali è l’Uomo a darsi come forma d’espressione dominante. L’obiettivo è quello, dunque, di indagare i rischi perpetuati dalla visione antropocentrica, che si impone mistificatoriamente come neutrale, nei confronti dell’alterità umana e non-umana. Qualsiasi pensiero altro e qualsiasi strategia di resistenza passano attraverso lo smantellamento del discorso egemone, che si è insinuato in qualsiasi ambito dell’organizzazione sociale costringendo a guardare il mondo attraverso gli occhi dei dominatori. Un primo passo è quello di operare una sostituzione dello sguardo attraverso un processo gioioso di distruzione-creazione in cui la destrutturazione del pensiero dicotomico (primo fra tutti: il binomio natura-cultura) avvia la proliferazione di punti di vista alternativi e che mettono in crisi il potere di appropriazione come configurazione primaria della/nella relazione con l’altro-da-sé. Così il punto di vista transfemminista si esprime attraverso un posizionamento inedito nei confronti delle popolazioni umane e non-umane, liberando l’alterità dalla sua riduzione alle logiche di coercizione identitaria e di assoggettamento strumentale. L’ontologia classica, che impone un soggetto come figura simbolica del possesso in tutte le sue forme, fa spazio a una “promiscuità” ontologica che rivela la centralità della relazione, nella forma dell’incontro/scontro, nei processi di soggettivazione.

Quali relazioni inedite e quali sperimentazioni innesca questo pensiero femminista rispetto alle “promesse” delle bio-infotecnologie? Fatti fuori i dualismi propri di un pensiero normato, questo posizionamento non può mai risolversi in una postura tecnofila o tecnofoba, ma tende a immaginare un utilizzo piegato a vantaggio del vivente tutto per farla finita con lo sviluppo di tecnologie egoiste e egocentrate. Alla replicazione biotecnologica del sapiens nell’ordine della famiglia eterosessuale si oppone una «bio-ingegneria più bizzarra e transpecie, più frocia e fuori luogo» (pp. 10-11) che agisce, per contrasto, dissolvendo il modello familiare dominante: Per farla finita con la famiglia è proprio il titolo di un testo della curatrice Angela Balzano. Il fil rouge è il superamento della (ri)produzione familista bianca e capitalista come apertura dell’orizzonte di sopravvivenza delle alterità minacciate dalla crisi ecosistemica indotta dalla superiorità secolare del sapiens nella sua declinazione di homo oeconomicus.

A questo armamentario teorico si aggiunge una concezione della “cura” in netto contrasto con il paradigma umanistico-moralistico: dare rilevanza alla cura vuol dire, in questa prospettiva, abbracciare le relazionalità sostenibili e generative e disfare quelle prettamente strumentali che si danno attraverso violente verticalizzazioni. Una relazionalità “orizzontale” è il motore di connessioni trasformative che rinnovano lo schema dei legami ereditari e identitari. Come ha suggerito Donna Haraway, prendersi cura non equivale a occupare la posizione gerarchicamente più alta, ma lasciarsi coinvolgere in una relazione e pensare tra le pieghe di se stessi per cogliere gli infiniti mondi simpoietici che ci costituiscono. Stimando come insufficienti le proposte di una green economy che reitera la fissazione del punto di vista dei dominatori come punto di vista assoluto e esclusivo sul mondo, si tratta di aprire prospettive “mostruose”, incomprensibili allo sguardo convenzionale e per questo cariche di potenzialità, non sussumibili ai linguaggi di Stato, per avanzare riflessioni/azioni etiche nel riguardo effettivo delle minoranze.

Melania Moltelo

S&F_n. 27_2022

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